Natale, la famiglia si riunisce, si ritorna a casa. Per pochi giorni tutto torna ad essere come un tempo: la voglia di stringere la mamma in un abbraccio, i ricordi di quando eravamo piccoli, l'immancabile cena della vigilia. Un incanto che ogni anno si rinnova all'interno di quelle mura che hanno visto crescere noi ed invecchiare loro, con mamma che, per esorcizzare la paura del tempo che passa, partecipa con le vicine di casa a veglie e funerali di più o meno conosciuti sfortunati. E poi "un bel rosario", e quegli occhi alzati al cielo in attesa di una certezza.

Una famiglia come tante, quattro figli, due anziani genitori. Una famiglia perfetta? Quasi!

All'improvviso l'incanto si spezza, la bella notizia che i genitori hanno deciso di vivere gli ultimi anni non più soli, ma accanto ad uno di loro, fa scendere il gelo nella casa. All'improvviso dagli armadi escono gli scheletri, i rancori, le gelosie, gli egoismi e nulla sarà più come prima. Un anziano – non più mamma, non più papà – diventa un oggetto da spostare, da ricollocare, come una vecchia bambola o un pizzo che adorna una poltrona sfondata. Qualcosa da nascondere, qualcosa su cui riflettere, mentre li vediamo allontanarsi ancora dopo tanti anni mano nella mano.

“Una famiglia perfetta, quasi” è una divertente e sagace commedia che gioca con le debolezze umane, le smaschera e le mette a nudo in un crescendo di ironia surreale.

Surreale sì, ma forse non più di tanto.